Il processo di estrazione del petrolio

Detto anche Oro nero, il petrolio è una preziosa miscela di idrocarburi, che si forma decine di metri sotto la crosta terrestre dalla sedimentazione degli organismi. Essendo un processo in divenire e molto lento quello della sua formazione, si parla di un materiale raro e difficile da estrarre, che pertanto determina la ricchezza di tutti quei paesi che lo posseggono.

Vediamo quindi nel dettaglio come si forma il petrolio, dove è possibile trovarlo in maggiori quantità e come viene estratto dal terreno, secondo diverse tecniche che sono selezionate in base allo specifico caso.

Come si forma il petrolio?

Partiamo dal presupposto che il petrolio si forma solo sotto la crosta terrestre, passando da poche decine di metri a diversi km in profondità, richiedendo delle tecniche di estrazione diverse a seconda della collocazione.

La miscela che si viene a formare, composta da idrogeno e ossigeno in idrocarburi, deriva dalla decomposizione lunga e laboriosa dei microrganismi che si trovano negli oceani, sia appartenenti al mondo animale sia a quello vegetale. Il processo ha avuto il suo inizio migliaia di anni fa e ancora oggi è attivo, in virtù dell'abbondanza iniziale della flora e della fauna, che non erano al tempo minacciati dall'uomo e dall'inquinamento.

Lo strato di sedimenti si ingrossa ad ogni anno che passa, indurendosi e portando alla trasformazione dei microrganismi in idrocarburi, che sono l'origine principale di petrolio e gas naturale, generati dall'aumento della temperatura che arriva a centinaia di gradi. Il petrolio greggio che si viene a formare a una densità nettamente inferiore rispetto all'acqua, quindi naturalmente finisce per salire verso la superficie, sfruttando tutte le insenature e gli spazi che si vengono a formare tra le rocce.

Possiamo affermare che il petrolio si inserisce fra i pori rocciosi e proprio per questo motivo può essere estratto a un'altezza minore e più facilmente reperito.

A intervenire è anche la pressione del gas sotterraneo, che lo spinge verso l'alto e consente all'uomo di usarlo per i suoi molteplici utilizzi.

Vediamo quindi dove trovare il petrolio greggio e successivamente come estrarlo dal terreno per raffinarlo all'interno degli appositi stabilimenti.

Dove si trova il petrolio?

Come accade per la maggior parte delle materie prime, anche il petrolio grezzo è distribuito in modo piuttosto uniforme su tutto il globo terrestre, pertanto sono diversi i paesi ricchi di questa sostanza che la usano per diversi scopi o la vendono alle multinazionali.

In linea generale, la zona del mondo più ricca di petrolio è certamente il Medio Oriente, con paesi come Iran e Iraq che proprio per questo motivo sono al centro delle mire politiche delle superpotenze.

Si prosegue con Arabia Saudita e Kuwait, andando poi in Sud America con Venezuela, Messico e Usa. Completano il quadro la Russia, che possiede principalmente il gas naturale ma anche il petrolio, l'Africa del nord, la Libia e l'Algeria, anche se tracce sono disseminate ovunque.

Si tratta per la maggior parte di paesi caldi, che tuttavia non sono tra coloro che sfruttano di più la materia, venendo a loro volta sfruttati dalle nazioni più potenti.

Come si estrae il petrolio?

Il primo passo da compiere per estrarre correttamente il petrolio è quello di realizzare un pozzo petrolifero, che consiste in una buca nel terreno o sotto il livello del mare nella quale inserire una pompa.

In questo modo il greggio viene estratto rapidamente e inviato tramite dei condotti presso le cisterne di raccolta o direttamente le raffinerie.
Vediamo però come si compie questa operazione passo dopo passo.

La perforazione del terreno

Dopo che un team di esperti ha individuato il giacimento e definito il rischio idrogeologico, si può procedere bucando il terreno con gli appositi strumenti. Il foro ha una profondità che varia dai 5 agli 8 km, con le pareti che vengono rinforzate tramite appositi pannelli per evitare che la buca si possa chiudere per i movimenti del terreno. All'interno del buco che è stato creato si inseriscono dei tubi che prelevano il petrolio e lo conducono verso il bacino di raccolta, che devono avere la stessa lunghezza del foro in modo che raggiungano il materiale grezzo.

L'estrazione del petrolio

L'estrazione del petrolio è condizionata dalla pressione del terreno, che determina la tecnica da utilizzare. Se la pressione è alta, allora il materiale tende a risalire maggiormente verso la superficie e non è necessario ricorrere a degli strumenti artificiali. Se invece la pressione è bassa, l'azione della pompa è essenziale per risucchiare il petrolio e fare in modo che salga rapidamente ma senza apportare danni dal punto di vista del terreno.

Il petrolio ormai in superficie viene immesso all'interno di oleodotti che, se possibile, lo conducono direttamente presso gli stabilimenti di raffineria, dove viene lavorato a seconda delle esigenze e del tipo di uso.

La tecnica del fracking

Considerato il forte rischio che l'estrazione del petrolio possa causare danni al terreno e fenomeni di smottamento, fino ad arrivare al terremoto, si è deciso di usare delle tecniche con un impatto ambientale minore da questo punto di vista, come quella chiamata Fracking.

In sostanza, questa modalità elaborata negli Usa e ora diffusa in tutto il mondo, prevede che all'interno del terreno sia immessa una grande quantità di liquido, che ha il compito di spaccare le rocce.

Il petrolio che si è insinuato tende pertanto a fluire liberamente e a risalire in superficie senza dover andare troppo in profondità.

Esistono tuttavia degli effetti negativi legati al fracking, che non in tutti gli ambiti è positivo per il territorio. Se da un lato diminuisce il rischio di terremoti, dall'altro lascia dei liquidi fortemente inquinanti nel terreno, che non vengono smaltiti nella maniera corretta e pertanto generano gas fortemente tossici. Questi inquinano la falda acquifera e l'aria, generando delle conseguenze piuttosto gravose per la salute dell'uomo. Il processo dell'estrazione del petrolio è quindi in continuo divenire e si cercano sempre delle tecniche più all'avanguardia per sfruttare questa risorsa non rinnovabile in maniera meno impattante possibile sull'ambiente circostante, studiando la composizione del terreno e il mondo più moderno per far arrivare il petrolio grezzo in superficie per la raffinazione.