La raffinazione del petrolio

I derivati del petrolio

Dalla lavorazione del petrolio si ottengono moltissimi prodotti usati ormai da tutti nella quotidianità. Quasi tutti vengono estratti a partire dagli idrocarburi, per poi essere lavorati all'interno delle raffinerie. Molto spesso i derivati del petrolio sono confusi con quelli petrolchimici. Questi ultimi sono composti chimici puri, a differenza dei derivati del petrolio sono decisamente più complicati da ottenere.
La lavorazione più comune del petrolio è quella per ottenere composti indispensabili per creare carburanti utilizzati per il trasporto. Quasi tutti i combustibili che si ottengono dalla lavorazione del greggio si possono miscelare per ottenere la benzina, il diesel, altri combustibili per applicazioni specifiche od oli per il riscaldamento.
Dalla lavorazione si ottengono però anche altri derivati, utilizzati per la realizzazione di moltissimi prodotti. Tra i più noti ci sono l'asfalto, il catrame, la paraffina e molte tipologie di lubrificanti. Un altro derivato del petrolio tristemente famoso per il suo impatto ambientale è la plastica, ormai diventata una delle maggiori cause di inquinamento a livello globale. Il petrolio si può anche utilizzare per creare composti chimici e materiali sintetici di ogni tipo. Infine, dagli scarti del processo di raffinazione si ottengono elementi utili alla creazione di migliaia di prodotti di uso quotidiano come i fertilizzanti, i saponi, i profumi e la vasellina. Di fatto, da un barile di petrolio di 150 litri si producono solo 75 litri di benzina o diesel, mentre il resto viene utilizzato per altri scopi. Analizziamo nel dettaglio alcuni dei derivati del petrolio più noti.

 

  • Asfalto: questo prodotto è la forma di petrolio più solida esistente, infatti si presenta come un liquido nero appiccicoso. È usato per creare oggetti come portafogli, oppure come impermeabilizzante per tetti o tettoie grazie alla sua grande capacità isolante.

  • Propano: questo gas è usato da quasi tutte le abitazioni per l'alimentazione dei fornelli e per l'impianto di riscaldamento domestico. Si tratta di un prodotto di scarto della prima fase di lavorazione, che viene recuperato e utilizzato per innumerevoli scopi.

  • Fibre sintetiche: questa categoria di prodotti comprende il poliestere, il nylon e l'acrilico. Il loro utilizzo è diffusissimo in moltissimi settori, anche se contribuiscono in modo determinante al rilascio delle microplastiche negli oceani.

  • Plastica: la plastica è il derivato del petrolio più noto e diffuso in assoluto. La sua facilità di produzione, unita ai costi estremamente bassi, l'ha resa una delle maggiori cause di inquinamento a livello mondiale.

  • Detersivi: i detersivi prodotti dal petrolio si classificano come sintetici. Rispetto a quelli di origine naturale, che costano molto di più, hanno numerosi rischi per la salute dell'uomo e sono un'importante causa di inquinamento del suolo e delle acque.

  • Fertilizzanti: dal petrolio si può produrre ammoniaca, usata come fertilizzante in agricoltura. Nonostante sia molto efficace, può contaminare irrimediabilmente il suolo se utilizzata con continuità.

 

Il processo produttivo

Il processo produttivo del petrolio si chiama raffinazione. È un processo essenziale nella lavorazione del petrolio e avviene nella cosiddetta raffineria. Nel momento in cui viene estratto, quest'ultimo viene definito greggio e non è utilizzabile per nessuno scopo. Di fatto è composto da una miscela molto varia di idrocarburi, con l'aggiunta di molte impurità. Deve avvenire una distillazione molto precisa, chiamata nella filiera del greggio "raffinazione". A seconda del processo utilizzato il petrolio può essere trasformato in carburante, solventi, lubrificanti, olefine o idrocarburi aromatici.
Tutto il processo si svolge all'interno raffinerie e ha un costo e un tempo variabili a seconda della qualità del greggio di partenza.
In realtà, prima della raffinazione vera e propria vengono eseguiti anche altri processi per preparare il petrolio. Deve essere eliminata l'acqua, i sali e i gas disciolti nella miscela, ovvero tutte quelle impurità che potrebbero compromettere il processo di raffinazione.
Dopo la distillazione ha luogo la cosiddetta distillazione frazionata. Questa fase del processo di produzione prevede il riscaldamento in una fornace fino al raggiungimento del punto ebollizione. In inglese si chiama topping e porta all'estrazione dei diversi tagli gassosi, solidi o liquidi dalla miscela di greggio iniziale. Questo avviene grazie alla differenza tra le diverse temperature di distillazione dei diversi prodotti, come la benzina, il gasolio o il cherosene.
La distillazione frazionata consente infine di recuperare i gas e gli oli residui, riuscendo a ottenere quindi il GPL e i bitumi.
Questo processo ha luogo nella cosiddetta torre di frazionamento, composta da una torre con un preciso numero di piatti posti ad altezze prefissate. Sui piatti superiori si posano gli idrocarburi più leggeri e su quelli inferiori quelli più pesanti, mentre alla base si depositano le impurità che verranno eliminate.
Ogni taglio ottenuto viene poi inviato verso ulteriori processi di lavorazione, che prevedono altre fasi della distillazione diverse a seconda del tipo di prodotto che si vuole ottenere.
Una volta terminato il processo di produzione, inizia la fase di stoccaggio. Il petrolio lavorato viene posizionato in speciali depositi a seconda del tipo di prodotto che si è ottenuto, in modo da poter essere conservato fino al momento della vendita o dell'utilizzo.

 

Maggiori produttori

Il settore dell'estrazione e della lavorazione del petrolio è uno dei più importanti e monitorati al mondo. La sua produzione di petrolio è regolata in modo da mantenere un rapporto tra domanda e offerta costante, per evitare grandi oscillazioni del prezzo in borsa. I primi 10 stati al mondo per produzione di petrolio ne producono oltre il 70%, per un totale stimato di circa 100 milioni di barili al giorno. Ecco un elenco dei primi 10 paesi produttori: Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia, Canada, Cina, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Iran, Kwait. Stilare una classifica precisa non è semplice perché il numero di barili prodotti quotidianamente può variare consistentemente.